In occasione del ventesimo anniversario dell’attentato di Nassiriya in cui persero la vita 28 persone, tra cui Carabinieri e soldati dell’Esercito italiano, è stato inaugurato a Guarcino un monumento dedicato ai Caduti di quella strage.
L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di diverse autorità civili e militari tra cui il Professor Gagliani Caputo gia’ Segretario Generale del Comune di Roma, il Capitano e il Maresciallo dei Carabinieri di Alatri.
Dopo l’Alzabandiera e la deposizione della Corona è stato scoperto il monumento e poi benedetto da parte di Sua Eccellenza il Vescovo della diocesi di Anagni – Alatri Ambrogio Spreafico.
IL DISCORSO DEL SINDACO
Buon giorno a tutti e benvenuti,
alle autorità militari, civili e religiose, ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, ai rappresentanti delle Associazioni e a tutti i cittadini desidero esprimere la mia gratitudine per essere oggi qui presenti a ricordare e a rendere onore a tutti i Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace.
La Giornata, istituita con voto unanime del Parlamento il 12 novembre 2009, ha solennizzato l’evento con la istituzione della: “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”; rappresenta il riconoscimento del Paese per coloro che hanno onorato, pagando con la vita, il nome dell’Italia nel mondo.
ll 12 novembre del 2003 vent’anni fa in Iraq durante la guerra, avvenne il grave attentato di Nassiriya contro le forze armate Italiane partecipanti alla missione militare “Operazione Antica Babilonia” sotto l’egida dell’ONU con la risoluzione n. 1483 del 22 maggio 2003.
Un camion cisterna pieno di esplosivo fu fatto esplodere davanti all’ingresso della base italiana dei Carabinieri, provocando l’esplosione e la deflagrazione del deposito di munizioni.
La strage provocò la morte di 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, 2 civili italiani e 9 iracheni. L’eroico intervento del carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso principale della base che sparò agli attentatori, evitò conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più tragiche. La base “Maestrale” fu ridotta a uno scheletro di cemento. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch’essa dall’esplosione. La notizia sconvolse gli animi degli Italiani, un popolo in lacrime, ma dignitoso e raccolto, ha compreso che i suoi Militari sono stati assassinati in una terra lontana perché l’Italia ha insegnato al mondo l’arte e la dolcezza di vivere insieme in una società ‘civile’, sfuggendo alla legge del ricatto terroristico.
Dopo 20 anni di commemorazioni effettuate di fronte ad una anonima tabella ad indicare la omonima piazza cioè “Piazzale Caduti di Nassiriya”, dalle Amministrazioni Comunali che si sono succedute negli anni, e in ultimo dalla nostra Amministrazione, ho ritenuto un dovere morale e civile erigere un vero e proprio Memoriale, scolpito con tutti i nomi dei Caduti di Nassiriya, per commemorare i nostri caduti quale segno di riconoscenza della nostra città per il loro martirio.
Riconoscere con particolare attenzione questa stele per ricordare il sacrificio dei nostri militari, e dei nostri 2 civili che erano lì per girare un film sulla Missione Italiana, sia un dovere morale e civile da parte nostra.
Dobbiamo sempre ricordarci del loro sacrificio che avevano come obbiettivo quello di costruire un Iraq che superasse il terrorismo ma anche che lasciasse alle spalle quella guerra voluta per interessi sbagliati e per visioni geopolitiche errate, le cui conseguenze le stiamo vivendo ancora oggi.
Il sacrificio di quegli uomini non è stato però vano. Non è stato vano perché laddove si onora la bandiera prestando fede al proprio giuramento vi sono sempre rappresentati quei valori di Dovere, Sacrificio e Lealtà che contraddistinguono gli uomini veri, e non è stato vano perché quegli uomini tentavano di aiutare i civili di Nassiriya per rendere meno dura la loro vita in un territorio di conflitto, stando vicino ai bambini, portando viveri e medicinali alla popolazione e istruendo le future forze armate irachene.
Lo facevano con un fucile in spalla, sparando e colpendo i terroristi ove vi fosse la necessità, ma la Missione Antica Babilonia prevedeva quello, e loro stavano obbedendo, come era giusto.
Sono stati tutti vittime di un qualcosa di più grande di loro, “una guerra di altri che si è schiantata su di loro”, parafrasando le parole di una canzone che li ricorda, ma dobbiamo ricordarli comunque come esempio e con un sorriso, perché sappiamo che durante la loro permanenza in Iraq stavano facendo del bene, e questo, spesso, serve a giustificare tutto.
Onore quindi ai nostri caduti, per i quali sempre deve esserci spazio nella memoria collettiva grazie alle Istituzioni e grazie a chiunque voglia portarne alto il ricordo, come noi che siamo qui oggi perché non vada dimenticato il loro supremo sacrificio nella lotta al terrorismo internazionale”.
L’impegno, la preparazione e la professionalità dei nostri militari nel contribuire alle missioni di pace sono riconosciuti da tutta la comunità internazionale, come è riconosciuta la capacità degli uomini e delle donne delle Forze Armate Italiane di interagire con il tessuto locale in cui vanno ad operare, coniugando valore e coraggio ad altruismo e generosità.
Questi uomini hanno donato il bene supremo della vita per sostenere la rinascita ed il progresso civile dei Paesi in cui erano stati inviati, ispirandosi sempre a un nobile intento di pace. La loro testimonianza è motivo di orgoglio per la nostra Nazione.
Le Forze Armate, nella nostra storia repubblicana, sono state chiamate in più occasioni a farsi carico di missioni umanitarie e di pace, ricoprendo un ruolo nuovo e più consono allo spirito democratico che caratterizza la nostra Nazione. E’ perciò dovere di tutti noi rendere loro omaggio per il prezioso ruolo da esse svolto a difesa della pace.
E’ stato detto che solo il ricordo non cancella la memoria, parole importanti che calzano a pennello per non far cadere nell’oblio quel giorno in cui gli uomini della Benemerita scrissero una delle pagine più fulgide della loro storia.
Onore ai caduti di Nassiriya. A chi ha cercato di portare sorrisi anche a costo della propria esistenza. Onore a chi è stato animato da desideri di pace, fratellanza e solidarietà.
Grazie a tutti!
Dò lettura dei nomi scolpiti sulla stele
Dodici Carabinieri:
Maresciallo Massimiliano Bruno,
Sottotenente Giovanni Cavallaro,
Brigadiere Giuseppe Coletta,
Appuntato Andrea Filippa,
Maresciallo Enzo Fregosi,
Maresciallo Daniele Ghione,
Appuntato Orazio Majorana,
Brigadiere Ivan Ghitti,
Vice Brigadiere Domenico Intravaia,
Sottotenente Filippo Merlino,
Maresciallo Alfio Ragazzi,
Maresciallo Alfonso Trincone.
Cinque militari dell’Esercito:
Capitano Massimo Ficuciello,
Maresciallo Capo Silvio Olla,
Caporale Maggiore Alessandro Carrisi,
Caporal Maggiore Emanuele Ferraro,
Caporal Maggiore Pietro Petrucci.
Due civili:
il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese e il cooperante internazionale Marco Beci.
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