Al Mac la mostra “Cambiare Prospettiva in un tempo sospeso” dal 7 agosto al 9 ottobre 2021

News del 26 Luglio 2021 | Indietro »

L’associazione culturale AZIONI D’ARTE presenta

CAMBIARE PROSPETTIVA IN UN TEMPO SOSPESO

a cura di Loredana Rea e Rocco Zani

Sabato 7 agosto alle ore 17,00, nell’ambito dell’ESTATE GUARCINESE 2021, si inaugura nella SALA POLIVALENTE del MAC GUARCINO Museo d’Arte Contemporanea del piccolo formato la mostra “Cambiare Prospettiva in un tempo sospeso” a cura di Loredana Rea e Rocco Zani, organizzata da Teresa Pollidori.

Questo lungo anno di lockdown, imposto dalla pandemia, ha sconvolto le nostre abitudini, le nostre certezze e le nostre priorità, ma ha anche sollecitato nuove riflessioni tendenti a ripensare la quotidianità, per trovare nuovi paradigmi, nuove modalità di lavoro, di fare comunità ed anche di fare arte…

Abbiamo vissuto e viviamo ancora città spesso svuotate, prive di vita, in atmosfere inquietanti ed oppressive, dove ogni attività appare sospesa in una dimensione che fagocita le energie e dilata il tempo.

In un momento come questo che ci troviamo a vivere, l’arte ha la possibilità di “cambiare prospettiva”, suggerendo una chiave di lettura per interpretare la realtà. Reclamando l’urgenza di ripensare il presente per un futuro differente, potrà e dovrà riscoprire un ruolo, che gli è proprio, in cui etica ed estetica indichino nuove modalità di esistenza.

GLI ARTISTI: Nino Barone, Renzo Bellanca, Paola Beltrano, Franca Bernardi, Mariangela Calabrese, Francesco Calia, Giancarlo Ciccozzi, Elettra Cipriani, Umberto Cufrini, Alberto D’Alessandro, Marco D’Emilia, Stefania Di Filippo, Lucia Di Miceli, Patrizio di Sciullo, Elisabetta Diamanti, Viviana Faiola, Antonio Fiore, Giovanni Fontana, Roberto Franchitti, Rosaria Gini, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Giovanni Mangiacapra, Franco Marrocco, Rita Mele, Alessandro Monti, Franco Nuti, Daniela Peri, Michele Peri, Antonio Picardi, Alfa Pietta, Teresa Pollidori, Fernando Rea, Rosella Restante, Enzo Sabatini, Danilo Salvucci, Alba Savoi, Grazia Sernia, Elena Sevi, Normanno Soscia, Antonio Tramontano, Maria Villano, Oriano Zampieri                                                                        

Progetto: Ass. Cult. Azioni d’Arte  azionidarte@macguarcino.it –  http://www.macguarcino.it/

Evento: “Cambiare Prospettiva in un tempo sospeso”

curatela: Loredana Rea e Rocco Zani

organizzazione: Teresa Pollidori

Periodo: dal 7 agosto al 9 ottobre 2021

inaugurazione: sabato 7 agosto 2021 ore 17,00

orario: dal martedì al sabato – dalle 16,30 alle 19,30 – con obbligo di prenotazione inviando “un sms” al 3281353083 (sarete contattati a breve)

sede: Palazzo della Cultura – MAC GUARCINO  SALA POLIVALENTE Piazza San Michele Arcangelo s.n. – 03016 Guarcino (FR)

informazioni: Comune di Guarcino tel. 0775.46007 – MAC GUARCINO info@macguarcino.it – Teresa Pollidori pollidorit@macguarcino.it – sms al 3281353083

mostra_cambiareprospettiva

Tracciare prospettive per il futuro

di Loredana Rea

In un momento come questo, in cui il superamento dell’emergenza sanitaria continua a essere obiettivo primario, l’arte ha il dovere indifferibile di tracciare prospettive per il futuro, suggerendo una chiave di lettura per interpretare la realtà.

Se, infatti, si considerano imprescindibili le esperienze e le riflessioni che l’arte può mettere a disposizione per la costruzione di un differente modello societario, un futuro sostenibile non è soltanto una speranza.

La rinnovata responsabilità rispetto alla flagranza del presente impone a ognuno di porre attenzione a quelle che François Jullien definisce le trasformazioni silenziose che scuotono senza clamore l’esistenza, lasciando emergere la necessità di imparare a guardare oltre per cercare l’armonia, celata nelle piccole cose di una quotidianità sopravvissuta a un nemico invisibile.

Reclamando l’importanza di ripensare il sistema, l’arte non può ignorare l’inderogabile urgenza di senso che scuote questo tempo, offrendo sempre nuove interrogazioni e approcci mai scontati alla realtà, per focalizzare l’attenzione su indagini aperte e sfaccettate, senza percorsi univoci.

Mettere in discussione abitudini consolidate, suggerire altre modalità di visione e di comportamento, in un sovvertimento delle regole e delle convenzioni, in un esercizio continuo al superamento dei confini di sé per ripensare le modalità di esistere nel mondo, è il ruolo che l’arte deve continuare ad avocare.

Etica ed estetica possono allora rappresentare una risorsa per una società che deve ripensare sé stessa, preoccupandosi che lo sviluppo economico rappresenti davvero un’opportunità di benessere condiviso. È necessario dunque disegnare differenti prospettive per il quotidiano, capaci di sfidare le consuetudini del pensiero.

 

Riprendere il viaggio

di Rocco Zani

Nei mesi scorsi a proposito di Damien Hirst, della sua presenza alla Galleria Borghese di Roma, Miuccia Prada ha rimarcato l’ammirazione per l’artista britannico, per quella “sua capacità di interrogarsi con intelligenza e sarcasmo su questioni come la rilevanza della scienza, il mistero della morte, il calore dell’arte”.

Ecco, credo sia necessario (ai margini di una “dannazione” che ha reso tutti orfani del tempo) sperimentare un inedito criterio di sopravvivenza. Braccando lo stupore e facendo dello sguardo un nuovo strumento di progettazione, di ipotesi, di indizio.

“Riprendere il viaggio” è il dogma, ma il transito è comunque imbevuto di dubbi, di timori, di ragionevoli esitazioni.

E “riprendere il cammino” non vuol dire annodare di nuovo i fili strappati o aggrapparsi al percorso interrotto. Il black out che ci ha investiti è un trauma epocale. Il  “tempo avverso e sospeso” è stato (ed è ancora) un vuoto storico, sociale, culturale, politico, economico di proporzioni inimmaginabili perché, per la prima volta, ha coinvolto e coinvolge l’intera comunità planetaria. Senza sconti o pause, senza riparo ideologico, di classe, di opportunità.

“Riprendere il viaggio”, soprattutto per la comunità artistica, significa riempire di attenzione e riflessione quel vuoto, quella voragine. Perché credo che possa essere l’Arte, ancora una volta, ad anticipare il senso (ovvero la sostanza) del divenire. Per quel suo presupposto taumaturgico, per quella condizione millenaria di “sentinella sul crinale”; per quella ricorrente disposizione allo sguardo e all’ascolto che ne è anima e sangue. Ecco, credo che sarà ancora una volta l’Arte, con i suoi protagonisti – e non con i protagonismi – a suggerire gli indizi di una esclusiva autenticità, di un nuovo dialogo, di una prossima visionaria identità. Offrire risposte, progetti, energia; individuare e alimentare “luoghi del pensiero”; e sporcarsi finalmente le mani affinché possano affiorare nuovi contenuti, inedite frontiere.

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