Celebrazione 4 Novembre, il discorso del Sindaco

News del 4 Novembre 2022 | Indietro »

Cari concittadini, cari amici,

oggi siamo qui davanti al monumento ai caduti delle due guerre mondiali, si celebra la ricorrenza del 4 novembre che comprende  L’UNITA’ NAZIONALE e la FESTA DELLE FORZE ARMATE insieme  a quella storica della celebrazione dei caduti in guerra.

Si rende cioè omaggio a tutti quegli italiani, uomini e donne, che hanno perso la propria vita per la Patria, per la Libertà e per costruire un futuro di Pace.

Un sacrificio estremo e nobile al tempo stesso, che portò certamente all’Unità Nazionale anche se con la perdita di centinaia di migliaia di nostri connazionali, tra questi quelli riportati su questa lapide che andremo ad elencare uno ad uno.

Un saluto ai Comandi delle stazioni dei Carabinieri di Guarcino al Maresciallo Campoli e al Maresciallo Proietti e ai suoi commilitoni, a Don Giorgio.

Un saluto ai bambine/i alle ragazze/i delle scuole alle loro insegnanti alla Dirigente, ai consiglieri comunali presenti, al corpo dei vigili Urbani, all’associazione ANC di Guarcino, alla Banda Paolo Ciavardini, all’associazione di Protezione Civile e a tutti i presenti.

La guerra è la cosa più orribile che può accadere ad un popolo, ed ecco perché l’art.11 della nostra Carta Costituzionale recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e non si ferma qui, continua dicendo, che l’Italia si impegna a lavorare con gli altri popoli per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni.

Cari ragazzi scrivendo questo breve discorso mi sono chiesto cosa dire oggi 4 novembre in particolare a voi bambine/i ragazze/i delle scuole primarie e secondarie futuri cittadini adulti con la responsabilità di guidare tra pochi anni questa nostra Italia.

Oggi sentiamo tutti un bisogno profondo di essere rappresentati da persone corrette, oneste, chiare, in cui avere fiducia e a cui dare fiducia e soprattutto alle quali affidare le nostre speranze. Il momento che stiamo vivendo è certamente il più difficile del dopo guerra, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista geo-politico e sociale; c’è una guerra in corso che mai e poi mai avremmo auspicato dopo il disastro della 2^ guerra mondiale che ha seminato milioni di morti, una guerra crudele e devastante alle porte dell’Europa e non sappiamo come e quando finirà e come finirà, non s’intravedono all’orizzonte segnali distensivi per addivenire ad una pace vera.

Questo conflitto ha generato una crisi umanitaria indifferente come del resto ogni guerra genera fughe di massa di inermi cittadini alla ricerca di un posto sicuro; un intero popolo quello Ucraino devastato dalla distruzione Russa che non ha risparmiato nessuno; un popolo costretto alla fuga in altri Paesi abbandonando tutto ciò che aveva per fuggire delle bombe…

L’Europa, che come non mai in passato, ha reagito compattamente a questa aggressione da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina, in modo coeso e determinato, applicando sanzioni economiche alla Russia e dando pieno sostegno all’Ucraina fornendo aiuto con armi difensive all’Ucraina.

Ciò ha determinato una crisi economica che sta attanagliando l’Europa costretta a reperire risorse energetiche in altri Paesi con enormi difficoltà pur di non essere più dipendenti dal gas russo, pur di sfiancare Putin e costringerlo a desistere nel suo piano espansivo di ricreare la grande confederazione Russa annettendo l’Ucraina e chissà quali altri Paesi oggi indipendenti.

Tuttavia ritengo che se siamo stati capaci di ripartire dopo le due guerre mondiali che avevano devastato il nostro paese, possiamo riuscirci anche adesso con senso di responsabilità da parte di tutti noi.

Oggi siamo coinvolti e testimoni di due grandi fenomeni sociali: da una parte le difficoltà di molte nostre famiglie che non hanno più mezzi economici per poter vivere e rispetto alle quali i governi devono trovare soluzioni atte a garantire a tutti una esistenza dignitosa perché a rischio la coesione sociale e quindi alcuni principi che costituiscono l’Unita Nazionale, come il diritto al lavoro. Dall’altro viviamo in un contesto mondiale in cui essere cittadini Italiani significa fare i conti con l’emigrazione, l’accoglienza, la collaborazione, la solidarietà, il rispetto reciproco.

Infatti Riuscire a costruire una società in cui, accanto al miglioramento delle condizioni economiche delle nostre famiglie, avvengano l’integrazione e l’accoglienza, senza emarginazione, senza discriminazione di razza, di sesso, di colore della pelle, costituisce uno degli impegni attuali e importanti, quanto importante è stato necessario 94 anni fa unire il Paese.

Tutti infatti, ognuno per la propria parte, dobbiamo impegnarci per l’Italia, affinché sia capace, nello stesso tempo, di ascoltare e accogliere chi ha bisogno, e di sentire l’orgoglio delle proprie radici e della propria storia senza farsi sovrastare da esso, un’Italia che sa amare la propria terra rinnovandone i valori e i fondamentali ideali che l’hanno costituita.

Questo impegno è affidato, in particolare, alle giovani generazioni. Siete voi ragazzi e bambini presenti qui oggi destinatari di un messaggio che parla al futuro, sarete voi i padri di una società da costruire e migliorare. Spesso siete messi in disparte o siete apparentemente disinteressati, spetta a noi adulti coinvolgervi e farvi capire che l’Italia ha bisogno del Vostro contributo.

L’Italia ha bisogno delle vostre energie e delle vostre idee, dei vostri sogni, del vostro entusiasmo…

La giornata di oggi ha quindi il significato di non dimenticare, di conoscere la storia per meglio interpretare il presente e programmare il futuro.

Oggi deve venire da voi giovani generazioni lo spirito per la rinascita di questo Paese, con il contributo delle famiglie e delle scuole che devono far superare e sconfiggere il nostro nemico subdolo che si chiama Egoismo Indifferente.

E concludo con due frasi che racchiudono alcuni dei significati di questa giornata:

La prima fu detta dal presidente americano Kennedy nel discorso di insediamento nel 1962:

NON CHIEDERTI COSA IL TUO PAESE PUO FARE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE.

La seconda da Papa Francesco:

NON FACCIAMOCI E NON FATEVI RUBARE LA SPERANZA

Viva l’Italia, viva le Forze Amate, Viva la scuola!

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